Rai e politica, i segreti dell’insuccesso

di , 29 Novembre 2019, 12:41, in Cronaca

In attesa delle prossime elezioni regionali, in Emilia-Romagna e in Calabria, percepite giustamente come se fossero elezioni nazionali, è utile fare un po’ di conti, qualche riflessione, partendo da un dato fondamentale, da un dato comune, che, purtroppo, accomuna molti: tutti contro Salvini… anche gli ultimi arrivati, le già celeberrime Sardine, che sono scese in piazza con l’intento dichiarato, con l’unico obiettivo, per loro stessa ammissione, di “andare contro Salvini”, di protestare contro Salvini… come se fosse meritorio e dignitoso “andare contro qualcuno”, chiunque esso sia, senza un valido motivo, specialmente se la sua unica colpa è avere il consenso, meritato e convinto, di più di un terzo degli elettori italiani, secondo vari sondaggi più o meno il 34% degli elettori.
Ovviamente, non sarebbe meritorio e dignitoso “andare contro le Sardine” solo perché vanno contro Salvini, ma sarebbe opportuno sapere, almeno, chi sono e da dove vengono, perché sono apparse proprio dal nulla, improvvisamente, senza un apparente legame politico (dicono loro), senza un programma, senza idee, senza un’apparente organizzazione… con una sola intenzione, “andare contro Salvini”, che detta così, più che un’intenzione, sembra una fissazione, ma sappiamo bene che non è una fissazione, ma un modo, assai discutibile, di esprimere il loro dissenso.
D’altronde, anche l’attuale governicchio, che pochi mesi fa ha cominciato a dare il cattivo esempio, è nato con l’obiettivo dichiarato di “andare contro Salvini”, di impedire a Salvini e al centrodestra di andare alle urne e di vincere, sicuramente, le elezioni. A quanto pare, le Sardine non hanno un legame politico, ma hanno lo stesso “obiettivo” e usano lo stesso linguaggio del centrosinistra, che ha formato l’attuale governicchio (impapocchiato da Partito democratico, Movimento 5 stelle, Italia viva e Liberi e uguali).
Ovviamente (annotazione forse superflua), anche molti giornalisti hanno deciso di “andare contro Salvini”, di scrivere news o forse fake news contro il leader della Lega…
Premesso tale scenario, tale dato fondamentale, dato comune, obiettivo comune… è opportuno mettere in conto un altro dato fondamentale: malgrado gli insulti, le accuse, le fake news e i vari tentativi di screditamento, Salvini e la Lega sono saldamente in testa alla “classifica” e l’unico che finora è riuscito a scalfire la leadership di Salvini è stato solo Salvini, con l’errore d’agosto (far cadere il suo governo con il M5s, un errore che paradossalmente, giorno dopo giorno, si sta rivelando una mossa azzeccatissima, degna del migliore stratega).
Dopo quell’errore necessario, stando ai sondaggi, Salvini ha perso solo qualche punto, scendendo dal 37% circa al 34% circa.
Salvini è ancora lì, gli insulti o le accuse non hanno scalfito la sua leadership, perché in Italia, fortunatamente, in questo periodo storico, c’è una “massa consapevole” (e non sono le Sardine) che ha un enorme potere decisionale e decisivo (nel senso di “determinante”) e che esercita il suo potere: quando questa “massa consapevole” ha deciso di sostenere (anche con la sola intenzione di voto) il Pd di Renzi (Renzi il Rottamatore), il Pd di Renzi ha raggiunto percentuali insperate e conseguentemente ha avuto la possibilità di governare, una possibilità che, purtroppo, ha sprecato malamente, fino a sperperare tutto quel consenso… Quando questa “massa consapevole” ha deciso di sostenere il M5s di Grillo, anche il M5s di Grillo ha raggiunto percentuali insperate e conseguentemente ha avuto la possibilità di governare, una possibilità che, purtroppo, come i predecessori, ha sprecato altrettanto malamente, fino a sperperare quasi tutto quel consenso… Quando questa “massa consapevole” ha deciso di sostenere la Lega di Salvini, anche la Lega di Salvini ha raggiunto percentuali insperate e conseguentemente dovrebbe avere la possibilità di governare con un chiaro mandato elettorale… nel frattempo, Renzi è uscito dal Pd e ha formato un suo partitino, che secondo i sondaggi starebbe intorno al 5%, ma che alle prossime elezioni rischia di prendere anche meno… e il M5s, com’era già chiaro un paio d’anni fa, è ormai in via d’estinzione…
Ma questa “massa consapevole”, a quanto pare, guarda anche la televisione e, a quanto pare, la guarda in maniera incisiva, determinando altre tipologie di consenso e di percentuali… come dimostrano alcuni dati dell’ultimo show di Fiorello, “Viva RaiPlay!”, che malgrado il battage pubblicitario e lo strombazzamento del Tg1, a malapena, sulla piattaforma della Rai, ha superato le 800.000 visualizzazioni, un dato irrisorio e assolutamente insoddisfacente, per un’azienda come la Rai, che ha tante velleità, anche se ormai è ridotta in condizioni pietose.
Il dato è già chiaro così com’è, ma qualcuno del Tg1, invece di strombazzare, dovrebbe spiegare ai telespettatori che 800.000 visualizzazioni non significa che 800.000 persone hanno visto lo show di Fiorello dall’inizio alla fine, ma che magari, forse, 400.000 persone, solo per curiosità, hanno guardato lo show solo per 1 minuto e che poi, annoiate, hanno deciso di fare altro, magari di andare a mangiare una pizza con gli amici… e che magari altre 300.000 hanno resistito fino a 2 minuti e che poi, annoiate, hanno deciso di raggiungere gli amici in pizzeria… e che quindi, in realtà, probabilmente, ma è solo un’ipotesi, visto che i dati della Rai non sono chiari e precisi, solo 100.000 delle già irrisorie 800.000 persone succitate potrebbero avere visto realmente tutto o quasi lo show di Fiorello… Tra l’altro, come annunciato dalla Rai, con un comunicato passato inosservato, quelle 800.000 o forse 850.000 visualizzazioni della prima serata, nelle due serate successive sono già scese fino a 740.000…
La Rai è davvero in condizioni pietose e sarebbe già fallita, se non fosse mantenuta con i soldi dei contribuenti, è gestita mediocremente e la mediocrità produce solo mediocrità, come dimostra tutto il resto, dalle fiction (per l’esattezza dalle repliche delle fiction, mandate in onda in piena stagione, pubblicizzate anche in questi giorni) fino ai cosiddetti telegiornali regionali, inutili, vuoti e costosi.
Questa Rai, così com’è, compresa RaiPlay, compresi gli strombazzamenti del Tg1, compresi i siparietti tra Fiorello e i conduttori del “telegiornale”, è un’azienda che non ha futuro, destinata all’irrilevanza, per la palese incapacità di stare sul mercato, di attirare spettatori e investitori e di fornire un servizio pubblico di qualità.

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 Giornalista professionista, vignettista, scrittore, laureato in Scienze della  comunicazione (Indirizzo Giornalismo).
 Stage e collaborazioni: Rai, Ansa, la Repubblica e altre testate.
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