Festival, dopofestival e dopobarba
di Gesualdo Nasca, 16 Febbraio 2015, 9:45, in Televisione
È finita anche l’ennesima edizione del Festival di Sanremo, la sessantacinquesima, affidata al conduttore Carlo Conti… Era stata annunciata come l’edizione delle famiglie e invece è stata l’edizione della barba di Conchita Wurst, delle solite banalità, della solita mediocrità…
Il conduttore è stato affiancato da due cantanti (Emma e Arisa) e da un’attrice (Rocío Muñoz Morales), che Carlo Conti ha definito “coconduttrici”, definizione decisamente discutibile, considerata la loro scarsa attitudine al ruolo… Discutibili anche gli abiti indossati, ma, come dicevano i Latini, de gustibus non est disputandum…
Mediocre, come ogni anno, ormai da qualche anno, il livello delle canzoni in gara, mediocri, come ogni anno, anche le interpretazioni dei grandi successi, tranne qualche rara eccezione… quest’anno è possibile verificare la mediocrità della canzoni in gara l’anno scorso, perché nessun titolo è rimasto nella memoria, nemmeno il nome del vincitore… l’anno prossimo, probabilmente, sarà possibile verificare la mediocrità della canzoni in gara quest’anno…
Un padre, una madre e sedici figli, ospiti della prima puntata, sono davvero tanti, ma non sono sufficienti e non sono nemmeno necessari: un Festival è per le famiglie quando non è banale, quando non è mediocre… e a Sanremo, purtroppo, in tale contesto, anche i rari momenti significativi, come il collegamento con la base spaziale, perdono peso…
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