Benedetto XVI, Lettera ai cattolici d’Irlanda

di , 20 Marzo 2010, 17:49, in Vaticano

La Lettera pastorale di Benedetto XVI ai Cattolici d’Irlanda è «un documento impressionante», commenta padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa del Vaticano, durante il briefing tenuto questa mattina nell’Aula Giovanni Paolo II. «Dimostra il suo dolore e il suo coinvolgimento personale per cercare di contribuire a riparare, risanare, rinnovare».
La Lettera è stata firmata ieri, nel giorno di San Giuseppe, padre e custode della famiglia, e oggi è stata resa pubblica.
«È con grande preoccupazione che vi scrivo come Pastore della Chiesa universale. Come voi, sono stato profondamente turbato dalle notizie apparse circa l’abuso di ragazzi e giovani vulnerabili da parte di membri della Chiesa in Irlanda, in particolare da sacerdoti e da religiosi. Non posso che condividere lo sgomento e il senso di tradimento che molti di voi hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati».
Le sfide alla Chiesa, la secolarizzazione della società irlandese, le pratiche sacramentali e devozionali disattese, il Concilio Vaticano Secondo a volte frainteso, la tendenza ad evitare gli approcci penali: «È in questo contesto generale», spiega Benedetto XVI, «che dobbiamo cercare di comprendere lo sconcertante problema dell’abuso sessuale dei ragazzi, che ha contribuito in misura tutt’altro che piccola all’indebolimento della fede e alla perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti».
Sono solo alcune delle cause indicate dal Papa: «Certamente, tra i fattori che vi contribuirono possiamo enumerare: procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa; insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati; una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona».
Parole dure che non lasciano spazio a dubbi o equivoci: «Bisogna agire con urgenza per affrontare questi fattori, che hanno avuto conseguenze tanto tragiche per le vite delle vittime e delle loro famiglie e hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione».
Il Papa «con questa lettera» esorta i cattolici «a riflettere sulle ferite inferte al corpo di Cristo, sui rimedi, a volte dolorosi, necessari per fasciarle e guarirle», parla alle vittime degli abusi e alle loro famiglie: «So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata. Molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava. Quelli di voi che avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di fuggire dalle vostre sofferenze. È comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza. È nella comunione della Chiesa che incontriamo la persona di Gesù Cristo, egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato. Come voi, egli porta ancora le ferite del suo ingiusto patire. Egli comprende la profondità della vostra pena e il persistere del suo effetto nelle vostre vite e nei vostri rapporti con altri, compresi i vostri rapporti con la Chiesa. So che alcuni di voi trovano difficile anche entrare in una chiesa dopo quanto è avvenuto. Tuttavia, le stesse ferite di Cristo, trasformate dalle sue sofferenze redentrici, sono gli strumenti grazie ai quali il potere del male è infranto e noi rinasciamo alla vita e alla speranza».
Benedetto XVI parla anche ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi: «Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti».
Sono parole severe, ma che lasciano una speranza: «Vi esorto ad esaminare la vostra coscienza, ad assumervi la responsabilità dei peccati che avete commesso e ad esprimere con umiltà il vostro rincrescimento. Il pentimento sincero apre la porta al perdono di Dio e alla grazia del vero emendamento. Offrendo preghiere e penitenze per coloro che avete offeso, dovete cercare di fare personalmente ammenda per le vostre azioni».
«Riconoscete apertamente la vostra colpa, sottomettetevi alle esigenze della giustizia, ma non disperate della misericordia di Dio».
Un paragrafo della lettera è dedicato anche ai genitori, uno ai giovani irlandesi, uno ai sacerdoti irlandesi. E uno ai vescovi: «Non si può negare che alcuni di voi e dei vostri predecessori avete mancato, a volte gravemente, nell’applicare le norme del diritto canonico codificate da lungo tempo circa i crimini di abusi di ragazzi. Seri errori furono commessi nel trattare le accuse. Capisco quanto era difficile afferrare l’estensione e la complessità del problema, ottenere informazioni affidabili e prendere decisioni giuste alla luce di consigli divergenti di esperti. Ciononostante, si deve ammettere che furono commessi gravi errori di giudizio e che si sono verificate mancanze di governo».
Ora «soltanto un’azione decisa portata avanti con piena onestà e trasparenza potrà ripristinare il rispetto e il benvolere degli Irlandesi verso la Chiesa alla quale abbiamo consacrato la nostra vita», scrive Benedetto XVI. «La gente dell’Irlanda giustamente si attende che siate uomini di Dio, che siate santi, che viviate con semplicità, che ricerchiate ogni giorno la conversione personale».
L’ultimo paragrafo è dedicato ad «alcune iniziative concrete per affrontare la situazione», Benedetto XVI invita i vescovi alla penitenza, alla preghiera, al digiuno.
Chiede «particolare attenzione» all’adorazione eucaristica, «in ogni diocesi vi dovranno essere chiese o cappelle specificamente riservate a questo fine».
Annuncia una visita apostolica in alcune diocesi dell’Irlanda, in seminari e congregazioni religiose e propone una missione a livello nazionale per tutti i vescovi, i sacerdoti e i religiosi.
«Desidero concludere questa Lettera», scrive Benedetto XVI, «con una speciale Preghiera per la Chiesa in Irlanda, che vi invio con la cura che un padre ha per i suoi figli e con l’affetto di un cristiano come voi, scandalizzato e ferito per quanto è accaduto nella nostra amata Chiesa. Mentre utilizzerete questa preghiera nelle vostre famiglie, parrocchie e comunità, possa la Beata Vergine Maria proteggervi e guidarvi lungo la via che conduce ad una più stretta unione con il suo Figlio, crocifisso e risorto».

Preghiera per la Chiesa in Irlanda

Dio dei padri nostri,
rinnovaci nella fede che è per noi vita e salvezza,
nella speranza che promette perdono e rinnovamento interiore,
nella carità che purifica ed apre i nostri cuori
ad amare te, e in te, tutti i nostri fratelli e sorelle.

Signore Gesù Cristo,
possa la Chiesa in Irlanda rinnovare il suo millenario impegno
alla formazione dei nostri giovani sulla via della verità,
della bontà, della santità e del generoso servizio alla società.

Spirito Santo, consolatore, avvocato e guida,
ispira una nuova primavera di santità e di zelo apostolico
per la Chiesa in Irlanda.

Possano la nostra tristezza e le nostre lacrime,
il nostro sforzo sincero di raddrizzare gli errori del passato,
e il nostro fermo proposito di correzione,
portare abbondanti frutti di grazia
per l’approfondimento della fede
nelle nostre famiglie, parrocchie, scuole e associazioni,
per il progresso spirituale della società irlandese,
e per la crescita della carità. della giustizia, della gioia e della pace, nell’intera famiglia umana.

A te, Trinità,
con piena fiducia nell’amorosa protezione di Maria,
Regina dell’Irlanda, Madre nostra,
e di San Patrizio, di Santa Brigida e di tutti i santi,
affidiamo noi stessi, i nostri ragazzi,
e le necessità della Chiesa in Irlanda.

Amen.

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 Giornalista professionista, vignettista, scrittore, laureato in Scienze della  comunicazione (Indirizzo Giornalismo).
 Stage e collaborazioni: Rai, Ansa, la Repubblica e altre testate.
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